Nonostante la morte del compianto Papa Francesco,ancora un molti sui social continuano a criticarlo. Vergognatevi, veri operatori di iniquità,seminatori di discordia e calunniatori. Dovrete rendere conto a Dio della vostra lingua biforcuta. Per i Papi si prega e per i morti pure,ci insegna il Catechismo. Voi quale catechismo avete studiato,quello della superbia,dell'arroganza e della presunzione? Su questo Papa, poi, non c'è nulla da dire. Solo menti perverse possono criticare Papa Francesco,vero "alter Christi" che ha governato la Chiesa di Gesù basandosi sui valori evangelici della povertà,dell'accoglienza, della misericordia, della disponibilità e del perdono. Papa Francesco aveva uno stile di vita gioioso e sobrio. Per questo é stato osteggiato dagli odierni farisei e Giuda, da cui era circondato. Papa Francesco è stato accogliente con tutti, soprattutto con i lontani,omosessuali e atei,non approvando mai il loro peccato. Non mi risulta che Gesù abbia fatto ...
Stephen Curry è noto non solo per il suo incredibile talento nel basket, ma anche per la sua forte fede cristiana. Cresciuto in una famiglia che ha sempre messo Dio al centro della propria vita, Curry ha spesso parlato apertamente del suo rapporto con la fede e di come essa influenzi ogni aspetto della sua vita, sia dentro che fuori dal campo. Curry è un devoto cristiano e crede che i suoi successi non siano solo il frutto del suo impegno e delle sue capacità, ma anche una benedizione divina. Una delle cose che più lo distingue è la sua umiltà e il suo impegno nel mettere in pratica i valori cristiani, come l'umiltà, la gratitudine e la responsabilità. Ad esempio, durante le sue interviste o in momenti pubblici, non manca mai di ringraziare Dio per le opportunità che gli sono state date. Un altro aspetto importante della sua fede è l'importanza che Curry dà alla famiglia. Sia lui che sua moglie, Ayesha, sono molto attivi nella loro chiesa e spesso partecipano a eventi legati...
Don Pino Puglisi,sacerdote siciliano, fu ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 a Palermo, nel giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno. Svolgeva la sua missione nel quartiere Brancaccio, uno dei più difficili di Palermo, dominato dalla presenza mafiosa, dedicandosi con impegno all’educazione dei giovani, cercando di sottrarli all’influenza della mafia e offrendo loro un’alternativa fatta di scuola, legalità e Vangelo. Fondò il Centro "Padre Nostro", un punto di riferimento per famiglie e ragazzi del quartiere. Non usava parole violente, ma con la forza del Vangelo contrastava l’omertà e la cultura mafiosa. Era consapevole del rischio, ma non si fermò mai. Diceva: «Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto». La mafia lo considerava pericoloso proprio perché rompeva i legami tra i giovani e l’organizzazione criminale. Per questo fu assassinato. Le sue ultime parole, rivolte ai killer, furono: «Me lo aspettavo». Nel 2013 è stato proclamato bea...
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